Sessantesima Biennale d'Arte di Venezia 2024

Stranieri Ovunque - Foreigners Everywhere

National Pavilion Republic of Cameroon

NEMO PROPHETA IN PATRIA

a cura di Paul Emmanuel Loga Mahop, Sandro Orlandi Stagl

dal 20 aprile al 24 novembre 2024

Palazzo Donà delle Rose, Fondamente Nove, 5038, Venezia

 

Secondo le teorie predominanti, il continente africano è ritenuto la culla dei primi Homo sapiens, risalenti a circa 150-200.000 anni fa (migrati poi nel resto del globo circa 75.000 anni fa), diventando in seguito il teatro di conquiste e colonizzazioni nella storia più recente. Un continente che ha contribuito alle origini del genere umano nelle sue molteplici sfaccettature.

Contrapponendosi alle teorie xenofobe, che culminano nella paura della “sostituzione etnica”, questo progetto intende riflettere su come il nostro patrimonio genetico sia il risultato della mescolanza di molteplici popolazioni e gruppi. La nostra storia, sin dai suoi albori, è caratterizzata da un costante spostamento da un’area all’altra del pianeta, come in un moto perpetuo.

Per enfatizzare questi concetti, ho utilizzato stratificazioni di rete metallica tagliate a mano e unite insieme. 

Il chiaro-scuro dell’immagine è ottenuto sovrapponendo una decina di livelli di rete, sagomati in modo diverso. La rete assume un ruolo metaforico nei confronti della contemporaneità, rappresentando il networking o la diffusione rizomatica della comunicazione, dei commerci e dell’informazione; mentre la stratificazione evoca una memoria più intima degli infiniti “strati” che ognuno di noi porta con sé.

I volti sono generati da un programma che sfrutta l’intelligenza artificiale per comporre visi di persone inesistenti, risultato della sovrapposizione di molteplici volti tratti dallo sterminato database del web. Una sorta di genoma informatico/visivo spalmato su quattro visi dai tratti etnicamente caratterizzati che, fondendosi con le maschere, compie un viaggio di millenni tra la tradizione arcaica e le più avanzate scoperte tecnologiche.

La potenza del pigmento rosso, già al centro della bandiera del Camerun, bagna e maschera la compostezza di volti solenni, sospesi in un tempo infinito tra la vita e la morte. Emergono uomini contemporanei con ferite arcaiche e generazionali, trasmettendo orgoglio, dignità e dolore.

Mi ispiro alla funzione della maschera che, fin dall’antichità e in diverse culture, ha consentito di trasformare chi la indossa in altro da sé, con una funzione primariamente sociale, narrativa o religiosa. In questo caso, il viso è sopra la maschera e la rete diventa un filtro che si mescola con essa: non è la maschera a trasformare il volto, ma vice-versa.

Solo uno dei volti ha gli occhi aperti, simboleggiando le radici, il rizoma appunto, come una sorta di madre primordiale.

Giorgio Tentolini

THE VOICE OF THE PLANET

2024, hand-cut black wire mesh on back-lighted background. 148x98cm

courtesy Colossi Arte Contemporane, Brescia