NO-ONE

a cura di Jasmine Arakel e Gloria Porcella @ Galleria Ca d’Oro

dal 29 novembre 2023 al 16 febbraio 2024

Arlo-Wynwood, Miami. USA

L'arte è da sempre stata uno strumento attraverso il quale il genere umano ha cercato di esplorare i confini della percezione, dell'identità e della realtà stessa. 

Nel mondo contemporaneo, il "web" è diventato una parte onnipresente della nostra vita quotidiana. È un medium attraverso il quale, ognuno di noi, comunica, apprende e si esprime. La sovrapposizione di strati di rete metallica, con cui sono realizzate le mie opere, può essere vista sia come una metafora della complessità delle connessioni che abbiamo nella società moderna che come simbolo del web/net: come il web può essere una rete di comunicazione e condivisione, può anche diventare una trappola o un filtro, catturando e selezionando ciò che percepiamo e condividiamo con gli altri. Questo doppio significato della rete metallica rappresenta una riflessione profonda sulla dualità dell'era digitale, che ci offre opportunità straordinarie, ma può anche limitare la nostra libertà e la nostra esperienza.

Il titolo delle opere, "No-One," è per me particolarmente evocativo. Esso sottolinea la complessità del concetto di identità nell'era digitale. I visi sovrapposti creati con l'intelligenza artificiale, non ritraggono nessuno in particolare, ma piuttosto riflettono una moltitudine. Questo concetto di molteplicità e sfumatura nell'identità può essere visto come una risposta alla crescente omogeneizzazione della società digitale, dove spesso ci si sente anonimi o invisibili dietro uno schermo.

Inoltre, "No-One" potrebbe essere inteso come una rappresentazione visiva del concetto di derealizzazione. In questa patologia, una persona può sperimentare una disconnessione dalla realtà circostante, come se fosse intrappolata in una sorta di mondo virtuale o sogno. Le mie opere d'arte potrebbero rappresentare questa sensazione di estraneità e di sfocatura tra ciò che è reale e ciò che è virtuale. La sovrapposizione dei visi e la loro sfocatura potrebbero evocare la sensazione di perdita della chiarezza nella percezione.

In conclusione, le mie opere d'arte rappresentano una profonda riflessione sulle sfide e le complessità dell'era digitale, in cui la rete metallica può essere sia un mezzo di connessione che di isolamento, e dove l'identità stessa può diventare sfumata e multipla. Esse invitano a esplorare il confine tra la realtà e la percezione, tra il singolo e la moltitudine, tra l'identità e l'anonimato, aprendo così una discussione filosofica stimolante sulla nostra esperienza nel mondo contemporaneo.