Il mARTEdi - Gazzetta di Parma - 22/03/2011
C’è tutto un risvolto metafisico, nelle sue opere, che meriterebbe pagine intere ricamate da chi, sull’arte, ha rovesciato fiumi d’inchiostro. Ma siamo sicuri che - questa volta - si farà bastare
volentieri le impressioni affascinate di una «penna» acerba ma curiosa. Giorgio Tentolini, 32 anni, grafico freelance di mestiere, è, di natura, artista. Residente a Casalmaggiore, fa parte
dell’Archivio Giovani Artisti di Parma e provincia dal 2003, e dopo il diploma all’istituto d’arte Toschi, ha frequentato un corso di comunicazione all’Università del Progetto di Reggio Emilia.
Partire a descrivere la sua produzione non è semplice. Come definirlo, innanzitutto? Scultore non è il termine esatto, anche se la tridimensionalità, spesso, la fa da padrona: «Lavoro
principalmente sulla diversa fruizione dell’immagine fotografica applicata a diversi supporti – spiega con tono pacato –. Legno, metallo, acetato. Un elemento costante è la luce. Diciamo che si
tratta di installazioni su base fotografica».
Ha iniziato come assistente e stagista di alcuni artisti e designer contemporanei, Marco Nereo Rotelli e Denis Santachiara, per poi spiccare il volo, con quelli che lui ama definire
«sconfinamenti». Già nel 2006 le sue opere vengono esposte a Londra: siamo al 10 di Marshalsea Road, nell’edificio dove un certo Dickens, Charles di nome, abitò un paio di secoli addietro. Roba
da niente.
Passano i mesi e Giorgio sviluppa una rete di amicizie e collaborazioni che lo portano a diversi importanti traguardi: «Nel 2007 il mio progetto “Kairos>Kronos” è selezionato per
la biennale d’Europa e del Mediterraneo» racconta. Nel 2008 e 2009 approda a Berlino con diversi progetti: «E nel 2010, poi, vengo introdotto nel circuito di quella che è la mia attuale galleria
londinese, la Gift Gallery, in Vyner street».
Mica male, certo. Ma è del suo paese, l’Italia, che Giorgio dice: «È il mio paesaggio, il mio linguaggio e, fondamentalmente, l’unico posto dove
fino ad ora io sia riuscito a realizzare, sereno e concentrato, i miei progetti».
Riflessioni e riflessi, avvolgono la sua opera. In lui troviamo la memoria, la ricerca d’identità, il ricordo,
l’ombra, la scansione del tempo: «Nel progetto “Genomi”, ad esempio, ho fotografato le persone del mio passato e della mia quotidianità – racconta –, ho deformato i ritratti su modello del mio
viso, li ho stampati su acetato e li ho messi in fila facendoli corrispondere. In questo modo ho ricavato un autoritratto, attraverso tutto quello che emozionalmente mi ha costruito».
L’arte, per lui, è prima di tutto un’esigenza: «Ma a differenza di un pittore, ad esempio, il mio momento creativo si limita all’ideazione dell’opera. Per il resto è metodo – continua Giorgio –.
La ricerca che precede la realizzazione, quella è la fase “artistica” ».
Ora il creativo di Casalmaggiore ha numerosi progetti in ballo: «Sto lavorando alla realizzazione dell’opera per la
seconda edizione del progetto “Eat me” – elenca – e sto portando avanti un lavoro con l’Università di Parma che coinvolge diversi studenti. A giugno allestirò una mostra a Londra e, in maggio,
prenderò parte a Fotografia Europea, il festival reggiano dedicato alla fotografia».
Giorgio Tentolini lo trovate anche on-line, all’indirizzo www.giorgiotentolini.com.
Margherita Portelli
22/03/2011